sabato 25 ottobre 2014

Sobrietà & morigeratezza


Ho deciso, smetto di bere, d'ora in avanti solo the: the beer, the wine, the whiskey...

mercoledì 22 ottobre 2014

Refresh


Ogni volta che Giornalettismo fa il refresh della pagina mentre tu stai scrivendo il commento della tua vita, un webmaster, da qualche parte, urla, piange e si dimena.

Lobby


Non vedo cosa ci sia di male ad avere un lobby.
Io, per esenpio, o lobby di oᴉɹɐɹʇuoɔ lɐ ǝɹǝʌᴉɹɔs, e all'ora?

martedì 14 ottobre 2014

Qualcuno pensi ai bambini!

Sull'onda di quest'articolo del quotidiano cattolico Avvenire, ultimamente ha preso a girare in Rete una bufala secondo la quale, stando a quest'altro articolo[¹] di Gabriele Legramandi[²], consigliere di zona 9 (Forza Italia) a Milano,  la giunta Pisapia starebbe per attuare un'opera di rieducazione [cit.] ai danni degl'infanti allo scopo di alienarli ad un modello di società, evidentemente, a lui inviso.
Inutile dire che la "notizia" è destituita di qualsiasi fondamento, il riferimento è a questo opuscolo ad uso degli educatori, che chiunque può consultare in Rete.
Altre informazioni presso l'URP del Comune di Milano (Tel: 02 88451).


L'articolo è stato ripreso da numerosi blog come L'Intraprendente, Pinosauro, Agerecontra e Riscossa Cristiana e comincia a imperversare sui social network, ad esempio sulla pagina di Sapere è un dovere e su quella (strano, eh?) di Pisapia non sarà MAI il mio sindaco

[¹] Screenshot (non si sa mai...)
[²] La paternità dell'articolo è incerta, infatti esso compare, a firma Luisa Loredana Vercillo, anche su ZeroNews

domenica 13 luglio 2014

In principio fu il barbiere.

L'ultimo barbiere da cui sono stato,
in India, una decina d'anni fa.
Impugna un rasoio marsigliese.
Quand'ero pischello e c'erano i barbieri (razza ormai estinta, ahimé), il tavolino era disseminato di riviste per soli uomini, giornali zeppi di casalinghe di Campobasso (non me ne vogliano i molisani ma, da recenti studi, pare che il Molise sia un'invenzione delle multinazionali e quindi il problema non si pone) che mostravano osceni culi cellulitici fasciati da improbabili mutandoni giro-sterno e reggipetti spostati il tanto necessario a far intravvedere un capezzolo. Una delle più ardite tra le suddette riviste si chiamava "Pop" (un'elisione di "poppe"?) e noi dieci-dodicenni ci arrazzavamo come dannati ad immaginare chissà quali avventure con le tardone (l'equivalente delle moderne MILFS) ivi raffigurate.

venerdì 6 giugno 2014

Il pacco a cinque stelle

Un paio di giorni fa ho commentato l'ennesima balla della deputata cinquestelle Emanuela Manù Serra e, siccome a volte le notifiche di Facebook non funzionano, son tornato sulla sua pagina per vedere se s'era degnata di rispondere (manco pe' gnente, come al solito). Cercando il post tra selfies, pensieri in libertà e pelosetti pucciosi, mi sono imbattuto in questa commovente riflessione:

«Essere cittadini prestati alla politica, dimostrare che la politica si può fare senza approfittare del "privilegio", rinunciare ai soldi per coerenza e senso etico: sono cose che ti fanno sentire in pace con te stesso.»

Allora, pentacoglione, raccontami ancora quella del grano saraceno.

Stiamo ridendo ininterrottamente da due giorni (dopo esserci spanciati con #sirene, #microchip, #sciekimike, #bodybilderberger, & C.) sull'ultima sesquipedale minchiata dei #cricri, il #granosaraceno.[1]
Sorvoliamo sulla loro penosa giustificazione che chiama in causa il #correttore (quasi che il mio correttore scrivesse "#puppa" anziché "#ciao"), sorvoliamo pure sul fatto che il documento[2] è stato sottoscritto da quattordici, diconsi quattordici! persone e nessununo s'è accorto di nulla, tralasciamo perfino che questi caproni del cazzo non sanno discernere tra la solennità di una Legge - ancorché nello stato fetale di proposta - dello Stato dal regolamento di un torneo di calcetto e arriviamo al nocciolo: ma questi #mentecatti hanno la minima idea dell'argomento che stanno trattando?

Boia chi molla