giovedì 27 settembre 2018

M5S: avanti piano, quasi indietro

Dopo aver votato, appena quindici giorni fa, la ratifica dell'art. 7 del Trattato Europeo ed avere severamente bacchettato il premier Ungherese Viktor Orban
(click per ingrandire)
«Orban, alleato di Merkel, Berlusconi e Junker, non è certamente un amico dell’Italia. Lo dimostra tutte le volte che dice no ai ricollocamenti. Orban non ha nessuna intenzione di collaborare con il Governo italiano e non intende far la sua parte sul tema dell’immigrazione.

Una cosa deve essere chiara: il Movimento 5 Stelle pensa all’interesse dell’Italia e interesse dell’Italia significa SÌ ai ricollocamenti. Nostro obiettivo è arrivare a sbarchi zero, come è scritto nell’accordo per il governo del cambiamento, ma nel frattempo i barconi arrivano e noi spendiamo 4 miliardi l’anno per affrontare DA SOLI l’emergenza migranti. Il problema è comune, ma la soluzione resta solo a nostro carico. Su questo saremo intransigenti e Orban finora con il suo no ai ricollocamenti ha in maniera chiara voltato le spalle al nostro Paese. Lui, così come tutti quelli che chiudono i porti o non accettano i ricollocamenti, per noi uguali sono»

[Il Blog delle Stelle, 11.09.2018, pagina archiviata qui]

il Movimento 5 Stelle innesta la retromarcia e recapita ai propri deputati una mozione congiunta firmata dai capigruppo di Lega e M5S, Molinari e D'Uva, in cui si sollecita il Governo ad
«attivarsi affinché il Consiglio dell’Unione accerti che i motivi che si ritiene siano all’origine delle procedure di cui all’articolo 7, paragrafo 1, del Trattato nei confronti dell’Ungheria non siamo venuti meno e, nel caso non fossero più validi, affinché sia chiusa celermente la procedura stessa, in quanto infondata».
La mozione presentata alla Camera (click per ingrandire)

La posizione anti-Orban espressa il 12 settembre in sede europea contro l'Ungheria, accusata di violazione dei diritti fondamentali dell'Unione europea, di minaccia alla democrazia e allo stato di diritto, aveva alimentato un refolo di speranza nei pochi che ancora vedevano il M5S come un partito progressista, mentre in realtà è un movimento così ultra-nazionalista da collocarsi a destra del premier Ungherese e perfino dello stesso Salvini, nel tentativo di recuperare il calo dei consensi da parte degli elettori pentastellati proprio a favore della Lega.



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